VENERDI' SANTO - Una tradizione che non c' è più: "L' Incontro"

Nell’ enumerare i riti della Settimana Santa che caratterizzano la Pasqua a San Nicandro Garganico, è opportuno menzionare la breve - seppur significativa - parentesi della sacra rappresentazione dell’ Incontro tra la Vergine Addolorata e Gesù caricato della Croce.
Un’ esperienza durata quindici anni (dal 1982 al 1996 compresi) e maturata in seno ad un ristretto gruppo di collaboratori dell’ arciprete don Vincenzino Palmieri, allora parroco della Chiesa Madre, traendo spunto dal medesimo rito celebrato da secoli in quasi tutti i comuni viciniori.
Ad eccezione del primo anno, in cui si registrò un certo disorientamento, giustificabile dalla novità, tra i fedeli sannicandresi, l’ Incontro sortì presto un grande successo di pubblico che, già prima dell’alba del Venerdì Santo, prendeva a gremire tutta piazza Domenico Fioritto, davanti alle chiese della Pietà e del Carmine.

Il rito si apriva alle 5,00, con la processione dei simulacri del Cristo e dell’ Addolorata. Il primo, facente parte della serie dei Misteri portati in processione la sera dello stesso giorno, usciva dalla Chiesa Madre, dove è la cappella omonima che ospita le sacre immagini, ed era portato dai confratelli del SS. Sacramento, confraternita deputata alla cura della cappella. La Vergine Addolorata, invece, partiva dalla “sua” chiesa della Pietà, portata a spalla dai Confratelli della Pietà e Morte.
Dopo un tragitto di circa un’ ora, differente per i due sacri cortei, nutrito dal Rosario e dai canti della Passione e annunciato dalle “troccole” (gli strumenti in legno che sostituiscono le campane nel Triduo Pasquale), le due statue venivano condotte agli imbocchi di piazza Fioritto: il Cristo in via G. Bruno e la Madonna in via Monte Carmelo, mentre sul lato di Corso Garibaldi si appostava una grande croce nera.

I fedeli che seguivano i due simulacri venivano fatti passare nella piazza, perché potessero assistere tutti. Quindi, il suono delle troccole, quasi impazzite, annunciava la vista reciproca e la corsa delle due statue, il cui avvicinamento veniva prontamente impedito, in una evidente metafora passionistica, dalla grande croce nera: in quell’ istante le troccole zittivano e la piazza cadeva attonita in un silenzio colmo di contemplazione, a tratti distolto dai sospiri e dai pianti muti di anziane signore, che in quella Vergine vestita di nero scorgevano le loro stesse tribolazioni.
Trascorsi alcuni istanti di silenzio, quasi quella folla trattenesse il fiato, aveva inizio il panegirico, tenuto ogni anno dal predicatore invitato per la Settimana Santa nella Chiesa Madre.
Riflessioni e meditazioni sulle sofferenze di Cristo, tradotte nella vita di ognuno, e sul loro significato. Quindi, dopo un’orazione, la Vergine Addolorata e il Cristo erano condotti alla Chiesa Madre, dove ancora oggi ha inizio la processione vespertina dei Misteri, con tutto il popolo che seguitava al canto di “Ai tuoi piedi, o bella Madre”.

La mattinata trascorreva con un folto viavai di fedeli che si recavano a visitare i ‘Sepolcri’ (per chi non lo aveva fatto la sera prima) o a pregare davanti alla Vergine Addolorata e al Cristo.
Nel 1997, andato in pensione l’ arciprete Palmieri, i nuovi parroci della Chiesa Madre e del Carmine, di concerto con le confraternite del SS. Sacramento e della Pietà e Morte, decisero di porre un freno alla sacra rappresentazione. Le confraternite addussero come motivazione, seppur discutibile, il logoramento delle statue, mentre il Clero, con il placet dell’ allora vescovo Bonicelli, pose con fermezza l’ alibi della moderna sobrietà dei riti, incalzando sul fatto che la rappresentazione non era una tradizione locale perché si svolgeva da tempo relativamente breve.
Da allora, l’ Incontro fu completamente soppresso e qualsiasi tentativo di ripristino, anche recente, da parte di chi ritiene che fosse una pia pratica utile alla fede popolare, fu messo repentinamente a tacere. La conseguenza maggiormente visibile dopo la sua soppressione, è il progressivo svuotarsi delle chiese, dopo la mezzanotte del Giovedì Santo, che ancora oggi restano, seppure con difficoltà, aperte fino al mezzogiorno del Venerdì per consentire l’ adorazione del SS. Sacramento con la contemplazione e la preghiera, così come tramandato dalla fede popolare di secoli.
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- Testo a cura di Matteo Vocale.

Gemellaggio Confraternite San Nicandro - Molfetta

Tra il 2004 ed il 2005 le Confraternite della Pietà o Morte di San Nicandro Garganico e della Morte di Molfetta si sono gemellate mediante uno scambio di visite che hanno rappresentato un momento forte di comunione e di confronto tra esperienze confraternali diverse.

Visita della Confraternita della Pietà o Morte di San Nicandro Garganico a Molfetta - (2/10/2004)

Vistita dell' Arciconfraternita della Morte di Molfetta a San Nicandro Garganico - (5/6/2005)
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico avv. Angelo Diana per avermi fornito il materiale documentario che mi ha consentito di realizzare questa scheda monografica sulla Settimana Santa di San Nicandro Garganico.